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mercoledì, aprile 28 [22:35]

Il tristo rattrista 

E manco poco. Mi fa venire il latte alle ginocchia, per non dire di peggio. Cominciamo dall'inizio. La nuova release di ACORD era quasi pronta, l'altro ieri. Nuova interfaccia, codice "ripulito", nuovi report... insomma, ho mandato a tutto l'Afghanistan una mail dicendo di interrompere l'inserimento e la modifica dei dati fino all'arrivo del nuovo file. Le intenzioni erano di spedirlo il giorno stesso... ho dato incarico al tristo Naseer di fare un rapido test, preparare il tutto e mandarlo. Mi sono quindi rimesso al lavoro, e ammetto di essermi talmente immerso da dimenticare il resto. Quando ho alzato lo sguardo, che stava facendo, il genio? Dormiva.

Dovevo decidere. Svegliarlo e colpirlo ripetutamente con la brocca del te', oppure far finta di niente e sperare che cadesse dalla sedia, svegliandosi da solo? Ho optato per la seconda. Tanto buon te' sarebbe andato sprecato. Mi sono ri-immerso nel lavoro, e curiosamente ho rialzato la testa proprio quando evidentemente il suo neurone e' andato a sbattere contro la parete del cranio. Il rimbombo a quanto pare l'ha svegliato. Si e' guardato intorno con aria particolarmente ottusa, poi ha guardato l'ora e ha detto: "Oh, accidenti, sono le quattro e venti. Ormai e' tardi per mandare il file, lo facciamo la prossima volta.". L'avrei strangolato con un tendine di pollo.

Ieri poi e' stata una giornata bizzarra. Era festa, l'anniversario della vittoria dei mujaheddin sul regime filosovietico di quel simpaticone di Najibullah. Solo che non lo sapevamo... quindi, quando la mattina ci e' arrivata voce di scontri a fuoco per le strade e di esplosioni improvvise, quando abbiamo visto una decina di elicotteri militari che volavano sulla nostra Guest House, ci siamo per cosi' dire un po' preoccupati. Per cui siamo rimasti tutto il giorno in "casa", facendoci due scatole tante. Solo la sera abbiamo saputo che si trattava delle celebrazioni di questa specie di "giorno dell'indipendenza". Per reazione, siamo andati a cena fuori, al B's Place, con Mark e due suoi amici kenioti. E li' mi sono fatto un filetto di manzo alla crema di formaggio a dir poco strepitoso. Ci tornero'....

E oggi? Lo abbiamo mandato, sto nuovo file? Manco per niente. Il tristo se l'e' presa comoda anche oggi, poi sono usciti fuori un po' di problemini con i report che mi hanno impegnato in una dura battaglia contro dei record duplicati dissidenti... alla fine l'ho spuntata, almeno credo. In tutto questo, sono tutti in fibrillazione perche' hanno delle scadenze da rispettare, e sono tre giorni che non possono inserire dati... Domattina afferro il cretino per una recchia e non lo mollo finche' non ha spedito tutto...

Ah, oggi mi hanno ufficialmente consegnato il Lassez-Passer delle Nazioni Unite, con due mesi di anticipo sui tempi previsti. Quindi gia' dalla prossima RnR gli Islamabadiani imbecilli dovranno rompere le scatole a qualcun altro... a proposito, stavolta ho gia' prenotato il biglietto: arrivo il 2 giugno e riparto il 6. Si', ho spostato di un paio di giorni rispetto alla data prevista, cosi' il 5 giugno sto a Roma. Cos'e' il 5 giugno? Be', e' il compleanno di Michele, che diamine!

E, sempre a proposito: OGGI E' IL COMPLEANNO DI ALINA!! Fatele tanti auguri!!

lunedì, aprile 26 [23:17]

Questioni di sicurezza 

Tranquillizzo nuovamente tutti: qui la situazione e' calma. Tra l'Afghanistan e l'Iraq c'e' tutto un Iran di mezzo...

Approfitto per descrivere un po' le norme di sicurezza cui siamo sottoposti, visto che l'anno scorso ne ho solo accennato. Allora, innanzitutto c'e' questa cosa del coprifuoco. Alle 23.00 dobbiamo essere al sicuro da qualche parte sicura, e dobbiamo restarci fino alle 06.00 almeno. In quanto alla definizione di "luogo sicuro", be', qui ci sono diverse scuole di pensiero. Ultimamente (per via di tutte le feste in cui ci siamo trovati coinvolti) abbiamo fatto una ricerca approfondita. Pare dunque che "luogo sicuro" sia un posto con certe caratteristiche, quali:piu' altre amenita' simili. Nella pratica, ogni Guest House UN risponde a queste caratteristiche, ed e' quindi security cleared (e ci mancherebbe!). Per cui, quando certe volte siamo rimasti a dormire nelle varie Guest House dopo il party, pensavamo di trasgredire e invece no. Ci siamo pure rimasti male.

Gli stessi criteri si applicano ai ristoranti, ed ecco perche' solo 6 sono dichiarati "permessi". Causalmente, sono i piu' cari di Kabul. Essi sono, duepuntiaccapo: In tutto questo, noi andiamo sempre a quello che in codice chiamiamo "Dirty Dumplings", ristorante (?) cinese ottimo, qui vicino. Di cleared non ha assolutamente nulla, manco l'insegna fuori. Pero' e' buono, non costa troppo, e la cameriera Fan Xin e' carina e simpatica. Tie'. Oppure al ristorante indiano, che non e' male nemmeno lui. Oppure al ristorante iraniano "Shandiz", quello del kebab a 9 dollari, terribilmente caro per gli standard kabulliani. Per non parlare delle bettole in cui sono andato con il tristo Naseer o equivalente afghano, in particolar modo l'anno scorso. Insomma, ci si arrangia per variare un po' la routine.

Ma ho perso di vista la sicurezza, quindi torno... a bomba (AHAHAHAH... battutona....). Oltre al coprifuoco e ai posti cleared abbiamo diverse restrizioni. Non possiamo usare macchine locali, come taxi e auto private (inutile dire che l'abbiamo gia' fatto tutti diverse volte). Non dovremmo andare in giro a piedi da soli, specialmente in certe zone, specialmente in certi periodi della settimana (tipo il weekend). Dovremmo evitare i luoghi affollati di stranieri, e di certo tenerci lontani dagli automezzi militari che spesso incrociamo per strada. Seguire per quanto possibile usi e costumi locali - quindi, ad esempio, testa coperta per le donne, assolutamente niente calzoncini corti, mostrarci cortesi e rispettosi (ma a volte con qualcuno e' difficile... vi viene in mente nessuno? Aiutino: comincia con "N" e finisce con "aseer"...), salutare sempre, salutare tutti, non fare foto a persone, specialmente donne (o almeno chiedere il permesso prima). E ancora. Girare sempre con la radio accesa e a portata di mano. Rispondere al radio check che tutte le sere inizia alle 20.00. Portare sempre con noi la ID Card che ci identifica come membri delle UN. Chiudere la porta della stanza di notte. Non aprire le tende se la stanza e' visibile dall'esterno della Guest House, e via dicendo.

C'e' poi il controllo antibomba ogni volta che si entra in qualche compound con un veicolo (ricordate? L'apposito omino con l'apposito specchio per cercare l'apposita bomba sotto la macchina...). A questo proposito, molte volte ci e' venuto da chiederci se l'omino sarebbe in grado di riconoscere una bomba, anche se la vedesse... Simone tempo fa propose di piazzare sotto la macchina la foto di una bomba, o di una donna nuda, per vedere "l'effetto che fa"....

Insomma, potete ben capire che se dovessimo seguire tutte queste regole alla lettera, si uscirebbe pazzi dopo poche settimane. Ecco perche' potete dire quello che vi pare, ma io continuero' a uscire a piedi, da solo se capita, andro' a mangiare kebab nelle bettole, e se mi capitera' di dimenticare la radio in camera non ne faro' un dramma...

sabato, aprile 24 [11:02]

Weekend report 

Oggi parliamo di feste, mine, rock... e della stele di Axum. Ma partiamo dall'inizio.

Weekend affollato, come al solito. Stavolta la sorpresa e' venuta da Mark, che e' andato a comprare delle casse per lo stereo in un negozio di hi-fi (lo so, difficile pensare a un negozio di hi-fi a Kabul, pero' ce ne sono parecchi. Non ho idea della qualita' della roba che vendono, pero'). Insomma, in questo negozio incontra una ragazza, Jaclyne, olandese. Ovviamente, da quel piacione che e', ha attaccato bottone, e alla fine si e' ritrovato con un invito per una festa giovedi' sera a casa della fanciulla. Stranamente ricordandosi degli amici che invece di rimorchiare lavorano, ha esteso l'invito anche a me, e cosi' giovedi' sera siamo andati a questa festicciola. Carina, bella gente, buona musica anni 70 e 80. Niente da mangiare, pero', solo beveraggi, ma non voglio fare il polemico...

Insomma, tra una chiacchiera e l'altra ho conosciuto un po' di gente nuova. Tanto per iniziare Caroline, una tipa per meta' strana e per l'altra meta' sciroccata, di ambigue origini franco-americane, che ho scoperto essere quella che occupa la MIA stanza nella guest house dell'UNICEF... o meglio, la stanza che avrei dovuto prendere io nella guest house dove si e' trasferito Scott. Kabul e' proprio piccola... Ho anche conosciuto una coppia italiana. Lei, Francesca, alta un metro e un barattolo, di Milano. Lui, Roberto, di Trento. Abbastanza simpatici. Lui sembrava un trentino tutto di un pezzo, serio, posato, distaccato, che non ti avrebbe dato confidenza manco se gli regalavi uno speck intero. Ma sono bastati un paio di bicchieri per farlo sciogliere, e ha iniziato a ballare, parlare... insomma, perfino troppo. Comunque sia, mi hanno poi invitato a una cena per ieri sera, venerdi'.


Cena con barbeque, quindi, e altra gente da conoscere. Tra questi alcune persone molto interessanti. Per esempio Mario, un signore di una certa eta' dalla chiare origini emiliane (o romagnole?) che di mestiere fa lo sminatore, e ci ha parlato delle mine serbe che ha tolto in Bosnia, e di quelle russe che tira fuori qui. Tra l'altro, dice che le prime erano molto peggiori delle seconde. Queste ultime sono grosse e contengono parecchio esplosivo - ci passi sopra e amen, fine della storia. Quelle in Bosnia invece erano un delirio. Piccole e con pochissimo esplosivo, per cui quando ci passavi sopra sembrava che non fosse successo nulla. Almeno esternamente, ma poi alle radiografie si scopriva che l'osso della gamba era completamente crepato, impossibile da risaldare. Risultato? Amputazione della gamba.

C'era anche Branko, un serbo un po' bizzarro. Ho scoperto che anni fa era un famoso cantante rock in Serbia, con un gruppo famosissimo che si chiamava "Goblini". Non so per quale motivo, ha mollato tutto e ora fa il capo missione dell'InterSos (un'altra delle migliaia, ecc. ecc.). E poi c'era questo signore alto, molto posato, che era il capo progetto del team che a Roma ha avuto l'incarico di smontare la stele di Axum. Ci ha raccontato che e' stata un'operazione difficilissima, ma purtroppo condotta a termine con successo. Nel senso che ci sono state un sacco di pressioni politiche. Da una parte l'Etiopia che ha preso questa restituzione come una questione di principio (della stele in se' non se ne fanno nulla, visto che ad Axum ce n'e' un'altra cinquantina uguali), e dall'altra i governi italiani degli ultimi anni che un po' facevano resistenza, e un po' spingevano per la restituzione. Poi c'era la Sovrintendenza (o Sovraintendenza?) che non voleva che capitasse assolutamente nulla alla stele. Infine l'operazione di smontaggio in se stessa era maledettamente complicata. Insomma, immaginate di dover smontare in tre pezzi una colonna di pietra granitica alta 24 metri, piu' un basamento di due metri di travertino, 150 tonnellate, bloccata al suolo da una colata di cemento, e con all'interno una barra di bronzo. Il tutto senza nemmeno scalfire la superficie. Alla fine tutti sarebbero stati contenti se la squadra di smontaggio avesse dichiarato l'impossibilita' dell'operazione. Si sarebbe dimostrata a tutto il mondo la nostra buona volonta' e le "soverchianti difficolta' tecniche" avrebbero messo a tacere i simpatici Etiopi.


Sfortunatamente i nostri tecnici sono veramente bravi, e l'operazione e' riuscita perfettamente. Smontaggio avvenuto, nessun danno, neanche minimo, alla superficie della colonna. Adesso i tre pezzi sono in attesa di essere portati ad Axum. E qui altri problemi, perche' non si possono portare via mare. A parte il peso e l'ingombro, una volta sbarcati dovrebbero essere portati ad Axum via terra , e con le strade che hanno li' e' facile beccare una buca e rompere il tutto. L'unica soluzione e' l'aereo direttamente fino ad Axum, ma pare che li' l'aeroporto abbia una pista troppo corta. Volevano allungarla, ma non sembra possibile, perche' alla fine della pista c'e' una scarpata... insomma una tragicomica. E il rimontaggio? Altra comica. Arriva questo gruppo di ingegneri etiopi e dice: "LA RIMONTIAMO NOI! Abbiamo studiato un piano di rimontaggio, verificato anche da vostri ingegneri, e blablabla. Allora, servono questi mezzi per il trasporto sul posto - che noi non abbiamo. Servono poi gru, impalcature e quant'altro - che noi non abbiamo. Poi servono queste competenze e queste professionalita' per rimontare i pezzi - che noi non abbiamo. Infine, servono tot soldi - che noi non abbiamo. Pero' non vi preoccupate, la rimontiamo noi.".

Risultato? Un miliardo di lire spese, e 24 metri di pietra granitica in attesa in un hangar di Fiumicino.

giovedì, aprile 22 [11:44]

Tempo e varie 

Il tempo in questo periodo e' bizzarro assai. Ieri mattina c'era un sole africano, nel pomeriggio ha grandinato (bei chicchi di un paio di millimetri) e la sera sembrava primavera. Stamattina nuovamente sole africano, e adesso sta piovendo che Allah la manda. Mi chiedo se stasera nevichera'...

La vita senza il tristo va avanti bene. ACORD da' un sacco di problemi per via dei dati che sono ancora "fallati". La nuova versione che sto preparando pero' e' molto piu' bella ed efficiente, se tutto va bene domenica la "lancio". Dopodiche' bisognera' verificare tutti i dati uno per uno e trovare quelli ancora sbagliati. Per il resto tutto bene. Ho persino comprato una scheda telefonica locale (Roshan), e sono persino riuscito a telefonare in Italia. Pare che sia abbastanza economico, se non ho sbagliato i conti ho parlato per cinque minuti e ho pagato 2 dollari. Poi e' caduta la linea, vabbe', pero'.....

martedì, aprile 20 [16:36]

Chiosa 

Due paroline aggiuntive a quanto scritto ieri. Innanzitutto, oggi anche Caterina e Andrea son partiti, e quindi sono rimasto solo con Scott e Mark. Quest'ultimo comunque rimarra' solo altri due mesi, fino alla fine di giugno - in pratica, si dara' il cambio con Simone.

La buona notizia e' che il tristo non c'e', e' andato a Peshawar per qualche giorno. Be', insomma, non e' una cosa allegra, ha il padre che non sta troppo bene. Avrei preferito che fosse perche' l'avevano licenziato... ma non si puo' avere tutto. Intanto mi godo questi tre o quattro giorni in beata solitudine, senza fastidiosi rumori quali sorsate "a risucchio" di te', sgranocchiamenti di mandorle, rumorose pulizie di naso, immonde battute afghane. Per non parlare degli incasinamenti risparmiati. A parte il fatto che il tristo ha colpito anche in contumacia... ho saputo che qualche giorno fa, per motivi non chiari, ha sostituito il file di dati di Kabul con un backup preso qualche giorno prima. Risultato: una quantita' non trascurabile di dati persi, ossia tutti quelli inseriti in quei giorni. Dopodiche' se ne e' andato senza salutare nessuno, e senza lasciare nemmeno una riga di spiegazione. Mah... tanto normale non e'...

A difesa del limoncello paterno, devo dire che ieri ha avuto un "discreto successo" invece dell'atteso tripudio solo perche' a berlo, oltre a me, c'erano Caterina che e' mezza astemia, Mark che e' keniota, Peter che e' del Michigan, e Andrea che piu' di tanto non beve. Comunque io almeno gli ho fatto onore, e gliene faro' nei giorni che verranno. Anche perche' ho il frigo assolutamente, desolatamente vuoto, e prima di venerdi' non credo di avere il tempo di andare a fare un po' di spesa. Quindi andro' avanti a coppiette e limoncello ancora per un paio di giorni...

Ma c'e' anche una notizia bomba! Ho ricevuto una mail, ieri, dalla WFP di Roma in cui si diceva che il mio Laissez-Passez e' pronto, e me l'avrebbero spedito nel pomeriggio via DHL. Quindi, con due mesi di anticipo, spero di averlo in mano gia' nei prossimi giorni - il che vuol dire che i maledetti aeroportuensi islamabadiani possono andare dove dico io gia' dalla prossima RnR.... almeno spero. Si da' il caso che la DHL afghana sia l'unica, in tutto il mondo, a non garantire le consegne...

lunedì, aprile 19 [08:13]

Alfin tornai... 

Be', non vi aspettavate mica che in questi giorni, con tutto quello che avevo da fare, avrei aggiornato il blog, no? Comunque, eccomi tornato nella ridente (?) citta' di Kabul. Settimana indaffarata ma tranquilla, tra bistecche, fraschette e giri di Peppe per Roma e dintorni. L'unica cosa storta e' che avevo fatto un po' di casino con le date dei biglietti, percio' mi sono trovato con un biglietto di ritorno fissato per giovedi' - in pratica, un giorno in meno. Fortuna che c'e' Federica alla Emirates, che e' riuscita a spostarlo a venerdi' pomeriggio. Viaggio di ritorno peraltro durato due giorni interi, visto che sono rimasto un giorno a Dubai (caldo e umidita' gia' adesso a livelli insopportabili) e un altro giorno a Islamabad (solo appena appena piu' sopportabile). La cosa buffa e' che a Islamabad ho incontrato Mark e Michelle (un'americana di stanza a Bamiyan), che erano sul mio stesso aereo. Mark inoltre aveva una stanza nella mia stessa Guest House. Ci siamo quindi fatti compagnia durante l'interminabile trafila all'aeroporto piu' simpatico del mondo, quello appunto di Islamabad. Devo dire pero' che stavolta c'era qualcosa di strano... nessun controllo doganale, e tipi piu' sorridenti del solito. Mah... sara' la primavera.
Che altro? Boh. Non vi voglio tediare con i dettagli, tipo le batterie che mi hanno sequestrato a Islamabad perche' non si possono portare batterie nel bagaglio a mano (nulla da dire, ma perche' ho passato indenne una mezza dozzina di controlli in tre diversi aeroporti, prima che se accorgessero?); o tipo il coltellino che avevo in valigia durante il viaggio di andata, di cui si sono accorti solo a Fiumicino.

La brutta sorpresa l'ho avuto al mio arrivo: ho scoperto che contrariamente alle previsioni Simone era gia' partito, un paio d'ore prima del mio arrivo. Non ho potuto salutarlo, ma comunque tornera' a luglio per altri due mesi. Gli altri sono ancora qui. Caterina e Andrea partiranno domani, Peter invece ha avuto il contratto esteso per altri due mesi. Eliana rimarra' fino a fine mese, e proprio in questi minuti sta avendo un colloquio con la UNDP (altra organizzazione UN) per una consulenza di tre mesi, quindi puo' darsi rimanga ancora. Rimane il fatto che l'Italian Connection si e' definitivamente sciolta, il che e' un po' triste. Ieri sera abbiamo celebrato a colpi di tortellini alla panna (riportati da Scott, tornato la settimana scorsa), salame, parmigiano, formaggio piccante e limoncello di babbo, che ha avuto il suo discreto successo. Immagino sia stata l'ultima cena di questo tipo. Il che e' triste anch'esso...

domenica, aprile 11 [21:12]

Miracoli dell'ID Card 

Eccomi dunque qui a casetta, sano e salvo. Come nella migliore tradizione delle RnR, neanche stavolta e' andato tutto liscio, anche se rispetto alle altre volte e' stata proprio un piece of cake, come si dice in certi posti... Ieri mattina l'arrivo a Islamabad e' stato tranquillo, con l'autista al suo posto (uno nuovo, stavolta, che non parlava manco UNA, e dico UNA, parola di inglese), Guest House prenotata, giornata spaparanzato sul letto a guardare film in TV. All'una di notte, via verso il famigerato aeroporto locale. Una sola parola mi viene in mente. Ridicolo. L'aeroporto di Islamabad e' assolutamente ridicolo, ridicolmente inadatto al suo ruolo, pieno di gente ridicola, che da' luogo a ridicole procedure. Era l'una e mezza di notte/mattina e la gente era talmente tanta, assiepata all'ingresso, da non poter entrare. Almeno credevo. Dopo quaranta minuti in mezzo a pakistani puzzolenti che mi spingevano da tutte le parti, ho realizzato che quella era la "fila" per il mitico controllo doganale. C'e' da dire che quella era la mia preoccupazione maggiore. Avevo impiegato un giorno intero a chiudere le valigie, e il pensiero di doverle aprire, con qualche pakistano puzzolente che avrebbe tirato fuori tutto, magari piantando anche una grana per il tappeto che avevo zippato nella valigia grande... insomma, sarebbe stato impossibile richiuderle, specialmente in mezzo a quella bolgia. Ho passato tutto il tempo pensando a come evitare il controllo. Due i piani principali. Il piano A si basava sulla presenza di tutta quella massa ("E chi e' la massa? La massa siamo noi!..". Citazione da un famoso film...). Sarebbe infatti stato facile svicolare, facendo finta di aver fatto il mio dovere. Se non che il doganiere "marca" il passaporto, per cui al primo dei 172 controlli del passaporto che avvengono prima di imbarcarsi sarei stato beccato immediatamente. Il geniale piano B era geniale veramente, prevedendo infatti la supplicatio genuflessa del doganiere acciocche' non tirasse fuori niente dalla valigia, fidandosi della mia bella faccetta. Dopo quasi due ore di fila arriva il mio turno. Sto per prostrarmi sul lercio pavimento, quando il tipo guarda il mio giacchetto WFP, guarda l'ID Card che mi faccio ostentatamente penzolare sul petto, e mi chiede "UN?". In quell'istante capisco che e' fatta. "Yes, sir, WFP!", rispondo con un ritorno all'antica baldanza. Mi guarda il passaporto con aria annoiata, mi chiede se ho nulla da dichiarare (lo sfido con "Un tappeto afghano!", ma lui non batte ciglio), mi fa un altro paio di domande innocue, e poi mi sigla il passaporto. Le valigie, manco guardate.

Al check in scopro che il faccendiere pakistano, per farmi pagare meno, ha messo un limite di 20 Kg sul bagaglio. Disgraziatamente il mio bagaglio, tappeto compreso, pesava piu' del doppio. Morale? 200 dollari di multa per sovrappeso. Quando lo rivedo lo strozzo. Comunque sia, e sorvolando sugli altri 247 controlli successivi, l'aereo parte con un'ora di ritardo, e arriva a Dubai dopo aver accumulato un'altra mezz'ora. Visto che la coincidenza per Roma era appunto (sulla carta) a un'ora e mezzo di distanza, ero quasi certo di aver perso l'aereo, e che sarei rimasto nuovamente spiaggiato a Dubai per un giorno intero. E invece, fortunatamente, non c'era praticamente nessuno, e ho passato i successivi controlli in un batter d'occhio. Arrivo al cancello d'imbarco previsto proprio mentre stanno entrando gli ultimi passaggeri. Mi metto in fila tutto contento, e sono rimasto contento fino a quando non mi hanno detto che quella era la fila sbagliata, perche' l'aereo per Roma era stato spostato a qualche cancello di distanza. Mi rimetto a correre come un pazzo e, fortunatamente, arrivo per un pelo. Mi sono imbarcato per ultimo.

Finita? Ma no! Mi siedo al mio posto ed ecco, alla mia destra si siede l'Abominevole Uomo del Deserto, e alla mia sinistra nientemeno che Keltset, il Troll delle montagne. Probabilmente padre e figlio, date le somiglianze. Innanzitutto, in entrambi la panza iniziava dal petto e arrivava fino all'inguine. Inoltre, come si e' visto in seguito, anche il livello di attivita' cerebrale era piu' o meno lo stesso, pari a circa un neurone/ora. Ora, Keltset (quanto di piu' simile a un Troll delle montagne si possa trovare nel mondo odierno) nel corso del viaggio ha egregiamente svolto il suo ruolo di "omo de panza", mangiando come un maiale ma quanto meno standosene buono buono, in silenzio, con la sua cuffietta in testa, ogni tanto elargendo una mazzata al touch screen incassato nel sedile di fronte a lui. L'Abominevole, lui, no. Era il classico tipo che ci aspetteremmo di vedere in un bazar egiziano, intento a venderci un cammello in bronzo scolpito dal cugino, tentando di spacciarlo come un'antica reliquia del tempo dei faraoni. Grosso, l'occhio bovino, il capoccione, il labbrone inferiore grosso anch'esso e sporgente, i lineamenti grossolani e tanta, tanta, tantissima 'gnuranza. Parlava solo arabo. E lo parlava spesso, nel senso che ha passato le cinque ore del viaggio a borbottare, emettere suoni (qualcuno chiaramente riconducibile a rutti, altri forse parole sconnesse nel suo idioma) e creare panico. Jackie, una hostess che montava due faretti azzurri la' dove dovevano trovarsi gli occhi, ha inizialmente tentato qualche approccio comunicativo, ma tutto quello che otteneva era uno sguardo vacuo in quegli occhi bovini. Tranne quando il tipo la chiamava con alte grida per farsi portare dell'acqua, del te', del pane, e un fottio di altre cose, quasi tutte da mangiare. Ovviamente dando il loro nome arabo, il che provocava immancabilmente un lungo tira e molla nel quale Jackie tentava di capire l'oggetto della discussione. Infine, probabilmente esausata dopo i mille e mille tentativi di scatenare una scintilla di intelligenza in quel cervello ottenebrato, ha cominciato bellamente a ignorarlo del tutto. Anche in Bo, una hostess serba dal sorriso grondante miele e zucchero, ho avvertito a un certo punto una punta di furia omicida trattenuta a stento, che mai mi sarei aspettato in un essere dall'aspetto si' angelico. Se ci fosse stato un finestrino aperto, probabilmente l'avrebbe scaraventato giu' gia' all'altezza di Cipro. E' stato buono solo in quella mezz'oretta in cui si e' messo a leggere il Corano. Quasi speravamo tutti che si facesse saltare in aria.

venerdì, aprile 9 [22:32]

Arenàr! 

Ebbene si', eccomi qui con le valigie pronte. Domattina presto si parte per la solita trafila Kabul - Islamabad (grrrrr!) - Dubai - Roma, per i soliti sette giorni di RnR. Saro' a Roma domenica mattina (buona Pasqua a tutti), per ripartire il venerdi' dopo. Quattro giorni intensi in cui dovro' girare per mezza Roma e anche (vedi commercialista) ben fuori Roma...

Qui la vita scorre come al solito. Naseer continua a naseereggiare (nella fattispecie, ha mandato per tre volte il file sbagliato a Kandahar, che comunque ci ha messo un bel po' di suo nel far casino), il tempo continua a oscillare tra le piogge improvvise e le schiarite inopinate (un po' come marzo pazzerello da noi), la sera si continua a uscire, mangiare, ridere e scherzare. Oggi pero' Caterina, Andrea e Peter sono partiti per un fine settimana a Bamyian. Pare che quelli dell'unita' VAM abbiano questo potere, di andare a fare "ispezioni sul campo" a loro piacimento. Bamyian e' quella dei Buddha distrutti da quei gran geni dei Talebani, ed e' una bellissima valle con molto verde a circa sei-sette ore di macchina da qui. Pare faccia un po' freschino, ma chi se ne frega... ci metterei la firma subito, per andarmene da questo buco puzzolente. E' fortunatamente rimasto Simone, con cui vado sempre piu' d'accordo. Poverino, solo soletto in Guest House 3... so cosa vuol dire passare un fine settimana da solo a lavorare, per cui stamattina presto ho preso il computer e qualche genere di conforto (biscotti, Pringles e similari) e sono andato a lavorare da lui, per tenergli un po' compagnia. In realta' abbiamo lavorato cinque minuti, poi ci siamo spaparanzati in giardino a prendere il sole, sentire BUONA musica e sgranocchiare pistacchi e mandorle. A pranzo siamo andati al ristorante "Herat", abbastanza famoso. Io ho preso una zuppa, tutti e due abbiamo preso del kebab e delle polpette di manzo, due CocaCola e un'insalata. Totale? 4 dollari a testa. Ridicolo. Dopodiche', solito giretto a Shar-e-Naw per CD e DVD. Ho comprato svariati dischi di software, compreso XP Professional, per un totale di 7 dollari. Si', esatto, 7 dollari.

Il problema dell'andare in giro a Kabul in questo periodo dell'anno e' (a parte i soliti bambini elemosinanti di cui e' difficilissimo disfarsi), l'aria puzzolente. E si', perche' adesso comincia a far caldo, e tutti i rifiuti organici depositati nel corso delle ultime settimane cominciano a disgregarsi e a disperdersi nell'aria. Dopo una passeggiata ci si sente regolarmente la bocca impastata di "qualcosa", che e' probabilmente un misto di polvere, rifiuti sublimati, smog, benzina, gas di scarico e chissa' che altro. Appena tornati in Guest House ci siamo bevuti un litro di succo di frutta in due.

A proposito, sto scrivendo dalla mia camera. Finalmente hanno finito i lavori di ristrutturazione e verniciatura qui alla GH2, per cui hanno rimesso a posto tutto, connessione compresa. Speriamo che duri pure quando torno...

martedì, aprile 6 [16:41]

Ancora sul terremoto 

Per chi fosse interessato, hanno messo su un sito con tutte le notizie (anche troppe). In breve: epicentro in Badakshan (Fayz Abad), a 170 miglia da qui, qualche crollo di case, qualche ferito, nessun morto, e si e' sentito fino a Lahore, in Pakistan.

Rieccomi! 

Accidenti, e' quasi una settimana che non scrivo nulla... e' anche vero che non succede molto di cui scrivere. Insomma, niente di nuovo. Continuo a godermela con Simone, Andrea, Peter, Caterina e Eliana, continuiamo ad uscire quasi tutte le sere. Quelle sere in cui non ci va di uscire, ci buttiamo nel Gay Corner e passiamo la serata chiacchierando, sparando idiozie, programmando cene che non faremo mai, mangiando salamini e bevendo sambuca. Ebbene si', ho trovato anche la sambuca al Supreme...

L'unica novita' degna di nota e' che da ieri sono finalmente rientrato nella mia stanzetta numero 9, ma tanto la connessione non funziona piu' e quindi sto da capo a dodici. La stanza puzza ancora un po' di pittura, ma e' sopportabile. Che altro? Ah, si', il terremoto. Un simpatico terremoto forza 6.6 (dicono, ma non di quale scala), che stanotte ci ha fatto ballare un po'. Il terremoto piu' forte cui abbia mai preso parte... ero seduto su una sedia, che ha cominciato a ballare spostandosi con me sopra (a Ale puo' dirvi che non sono un peso piuma...). Divertente, direi, un po' come al Luna Park. E comunque l'effetto psicologico dato dallo stare al piano terra e' notevole... quando si e' in alto, anche scosse piccole fanno molta piu' paura. Comunque sia, nessun danno a cose o persone. E neanche tanta paura, visto che erano le due di notte e tutti dormivano...

Infine, si avvicina la tanto amata e odiata RnR. Sabato 10 parto e Domenica 11 (Pasqua!) sono a casa. Perche' amata e odiata? Be', amata perche' si torna a casa, al cibo vero, alla civilta', anche se solo per pochi giorni. Odiata, perche' il viaggio di andata e quello di ritorno rappresentano regolarmente una sfiancante odissea, specialmente l'arrivo e la partenza a Islamabad. Madonna, come lo ODIO, quell'aeroporto! Non vedo l'ora di avere il Laissez Passer delle UN... Detto per inciso, anche stavolta ho problemi di biglietto. Sul Dubai-Islamabad sono in lista di attesa.

Questa in particolare sara' un pochino piu' triste delle altre, visto che al mio ritorno non trovero' piu' nessuno. Simone, Peter, Caterina, Andrea, Eliana. Partono tutti. Simone tornera' per due mesi a luglio e agosto, ma fino ad allora che faccio? Ci saranno solo Scott, che torna in settimana, e Mark, che dovrebbe arrivare fra una quindicina di giorni. Pero' Scott lascia la Guest House e va ad abitare in una stanzetta tutta sua. Purtroppo ce n'era solo una disponibile, per cui io me la prendo in saccoccia, come si dice negli ambienti bene...

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