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giovedì, settembre 30 [15:29]

Falsi conflitti 

Mi ha scritto Simone indicandomi una lettera scritta da un tipo, pubblicata sul sito tgcom. La questione e' molto interessante. Si parla di quella tipa di Como che ha sposato un marocchino e si e' fatta musulmana, cosi' da potersi far picchiare ogni tanto. Il sindaco (leghista) l'ha multata perche' la legge italiana dice che non si puo' andare in giro in maniera da impedire il proprio riconoscimento. La lettera fa alcune considerazioni SACROSANTE, consiglio a tutti la lettura.

Simone ha chiesto il mio parere. Presto detto. Sei musulmano e vuoi vivere in Italia? Cavoli tuoi. Secondo la legge non ti puoi mettere il burqa, stop. Non e' questione di "tolleranza" o di "scontro di civilta'" o altre menate simili. Se vai a vivere in un paese che non e' il tuo (ed e' una TUA scelta), devi rispettarne le leggi, tutto qui. Il "conflitto" non esiste. Ma, come al solito, un certo numero di persone non ha nulla da fare nella vita che scagliarsi contro un sindaco leghista che fa rispettare la legge, in nome dei grandi paroloni di sempre, "tolleranza", "pace", "antifascismo", "liberta'" e altre idiozie. E' solo questione di rispetto per gli altri, che vivono in un paese di cui tu sei solo ospite, e non puoi fare il padrone. Ma si sa, i musulmani hanno ben poca dimestichezza con il concetto di "rispetto", specialmente con questi infedeli che ormai sono dovunque...

Avete mai provato a farvi una birra a Castro Pretorio? O a circolare in shorts in Piazza Venezia? O a passeggiare abbracciati alla vostra ragazza a Piazza Navona? Niente di strano, no? Occupazioni piacevoli e, soprattutto, legali. Ma provate a fare le stesse cose a Shar-i-Naw, Qala-i-Fatullah o Qolola Pushta. E quando queste simpatiche personcine, che pretendono tutto il nostro rispetto, cominceranno a tirarvi i sassi, o a spararvi addosso RPG, declamate con voce stentorea che la vostra religione vi permette tutte quelle cose. Cosi' accorreranno anche dai paesi vicini, per avere il piacere di ammazzarvi.

lunedì, settembre 27 [23:14]

"Casa"! 

Ebbene si', per quanto bizzarro, mi sento di poter dire "FINALMENTE sono tornato a Kabul!". Sinceramente la permanenza a Jalalabad era insopportabile. Comunque, diciamo che ho risolto il 99% deipa problemi, e per il rimanente 1% ho lasciato li' il tristo - due piccioni con una fava. Io ritorno a Kabul, e i prossimi quattro giorni me li godo da solo, lavorando in tranquillita'. Che posso dire, a conclusione di questa settimana in quel posto dimenticato da Dio, dagli uomini e, presto, anche da me? Mah... Sulla strada per l'aeroporto ho guardato un po' in giro, e mi e' sembrata ancora piu' zozza di Kabul, con queste stradine strette e polverose su cui si trovano questi "negozi" ricavati alla bell'e meglio. In realta' mi ha ricordato piu' la periferia di una nostra cittadina, piu' che una citta' vera e propria.

Ricordero' con piacere il pranzo all'aperto, col riso mangiato "co' le mano", preceduto dalla cottura all'aria aperta, in un calderone in cui non voglio sapere cosa ci fosse. Ricordero' i muratori che costruivano un muro intorno al generatore, che si lanciavano questi blocchi di fango da usare al posto del cemento. E poi il mezzo di trasporto principale (foto rubata sulla strada per l'aeroporto), cosi' simile alle nostre "Api". Le strade ne sono piene, e mi e' sembrato di vedere posti in cui venivano date in affitto. E questo e' tutto a proposito di Jalalabad, citta' in cui sono stato e che non ho visto.

In questi giorni ci e' arrivata una buffa mail dall'addetto alla sicurezza, che ci invita a firmare per prenotare il nostro bel giubbotto antiproiettile e il nostro caschetto. Pensavo fosse uno scherzo, ma a quanto pare fanno sul serio. A Jalalabad ne ho trovato uno a mia disposizione in camera, e non ho resistito alla tentazione di fare una foto che sa tanto di "inviato di guerra". Secondo loro dovremmo mettere giubbotto ed elmetto ogni volta che usciamo dalla GH, anche solo per andare in ufficio. Ci pensate? Un elmetto bianco splendente, e un giubbotto blu luminoso. Come a dire "Ehi, guardate, sono qui, con il mio giubbotto nuovo che ha bisogno di essere testato! Sparatemi, sparatemi!". Se prima potevamo sperare di passare inosservati, adesso non c'e' piu' pericolo...

Nel frattempo sono riuscito a prendere una foto del luogo dove c'e' stata quella grossa esplosione il 10 settembre. Non e' stato facile, visto che il luogo e' sorvegliatissimo ed e' vietatissimo fare foto, ma eccola qui.

Che altro? Be', a parte la maniera aghana di lavare i tappeti, non ho molto altro da aggiungere. Tranne che a volte a Kabul si fanno strani incontri...

sabato, settembre 25 [20:28]

Ancora Jalalabad... 

... ma per poco. Tra tutti i posti insulsi dove sono stato, questo e' certamente tra i peggiori. Chissa', magari uscendo dal compound WFP e andando un po' in giro, la citta' avrebbe un sacco da offrire. Ma cosi' proprio e' insopportabile. Stanza-ufficio-sala da pranzo-stanza, in compagnia di tre rinco che fanno a gara pure con gli Afghani.

Uno e' un filippino di una cinquantina d'anni che parla due parole di inglese e non si capiscono manco quelle. Una e' una signora nepalese anche lei sulla cinquantina, che di parole inglesi ne conosce tre, ma non si distinguono una dall'altra. Il terzo e' un sedicente dottore pakistano che non fa altro che lamentarsi del cibo. Troppo caldo, troppo salato, manca il pepe... addirittura stasera l'uva era "troppo bagnata"...

Fa un caldo bestiale, umido da far schifo, pieno di mosche e zanzare. Stasera ho visto uno scarabeo di circa 10 centimetri. I condizionatori sono tutti rotti, per cui o scatenano un tornado oppure rantolano agonizzanti. La connessione (quando c'e') va a meno di 56 Kb, anche scaricare la posta e' un martirio. Insomma, mai avrei creduto di sentirmelo dire, ma non vedo l'ora di tornare a Kabul.

mercoledì, settembre 22 [21:41]

Jalalabad? 

Godersi Jalalabad pare un compito improbo per uno rispettoso delle regole come me... Ho avuto oggi (era ora!) il mio briefing sulla sicurezza, da parte di una specie di Robocop di nome Tom e di cognome con piu' consonanti che lettere. Netta somiglianza con il Dolph Lundgren di Rocky (Mi aspettavo un "Ti spiezzo in 74", come accoglienza).

Mi ha fatto questo briefing multimediale di mezz'ora con tanto di presentazione hi-tec su schermo piatto 19 pollici. Grafica bellissima, foto, frecce colorate, mappe, animazioni... eccezionale. Il succo pero' e' sempre quello: "stattene a casa". Pare che le attivita' principali intorno a Jalalabad siano la coltivazione di mine anticarro, l'assalto a mano armata contro gli uffici elettorali, le scaramucce sul confine Pakistano con le forze ISAF. Insomma, gente industriosa, che si tiene occupata, amante delle attivita' salutiste all'aria aperta e a contatto con la natura. Purtroppo ogni medaglia ha il suo rovescio, e il rovescio di questa e' che qui e' proibito pure respirare al di fuori dell'ufficio. Mi sa che le pakaura me le faccio portare dal tristo.

Che altro dire? Be', si lavora. Piu' che altro IO lavoro. Per darvi un'idea, nel tempo che io ho impiegato a controllare 87 progetti, l'idrocefalo ne ha fatti 15. A parte che e' di una lentezza disarmante, ma chissa' perche' trova sempre qualche scusa per fare qualcos'altro... una mail urgente, dei fantomatici "controlli approfonditi" da fare, una telefonata, l'ora della preghiera, la regolazione del condizionatore... una ridimensionatina alle finestre di Windows... Ma ormai sono rassegnato. Non si puo' cavare sangue da un tristo.

La vita di Guest House prosegue senza scossoni. Il cuoco non e' un genio, ma e' comunque volenteroso, e il cibo e' quasi sopportabile, anche se e' sempre lo stesso: riso, pollo e insalata afghana, che poi non e' altro che un piatto con fettine di pomodoro e cipolla. Oggi abbiamo fatto un pranzo in giardino con tutta la truppa della WFP di Jalalabad, per festeggiare la partenza del capo, che torna a Kabul dopo essere stato qui "in prestito" per un paio di settimane. E' stato il piu' ampio gruppo di Afghani in cui mi sia mai trovato (a parte, ovviamente, quando andavo in giro per Kabul - bei tempi...), visto che di internazionali qui, compreso me, ce ne sono quattro. Ho avuto modo di osservare molto da vicino la tecnica mangereccia dell'Afghano, che ovviamente non fa uso di posate. Ci ho provato anch'io, ma non e' facile mangiare il riso con le mani... dovro' fare piu' esercizio. Per la cronaca, finora mi hanno scambiato per Afghano, Arabo e Iraniano.

lunedì, settembre 20 [17:00]

Jalalabad 

Non posso dire di aver visto Jalalabad: dall'aeroporto (una pista in mezzo al nulla, con uno spiazzale allegato), la macchina ci ha portato direttamente nel compound WFP, che comprende sia l'ufficio che la Guest House. Quel poco che ho visto venendo mi ha dato l'idea di una citta' ancora piu' polverosa di Kabul, certamente piu' calda e umida (mi pare tanto l'odiata Islamabad), con un sacco di gente che va e viene, e i soliti "negozi" ricavati come capita.

L'ufficio non e' esattamente un gran che, mi hanno messo pure qui in un container, che pero' e' abbastanza carino. Il soffitto e' coperto da fogli di polistirolo espanso "intagliato" come fossero mattonelle di ceramica, e le pareti sono coperte da fogli di fòrmica. Normalmente ci lavorano in due, ma abbiamo ricavato altre due postazioni per me e il tristo. Risate a non finire. Ci si erano messi in quattro, compresi il tristo e il responsabile della parte tecnica, che aveva portato altri due cavi di rete. Hanno spostato un tavolino, lo hanno messo accanto alla scrivania esistente, e si sono accorti che i cavi di rete erano troppo corti. Sono rimasti cinque minuti buoni a discutere di dove trovare cavi piu' lunghi, o eventuali prolunghe. Dopodiche' gli ho candidamente suggerito di avvicinare il tavolo ai cavi. Sono rimasti stupefatti da questa soluzione geniale. Eppure, dovrebbero conoscerla meglio di me, la storia di Maometto e della montagna...

La Guest House e' molto carina, postero' delle foto nei prossimi giorni. Un bel giardino, un bel gazebo incannucciato, delle stanze tutto sommato dignitose. Al momento mi hanno messo in una senza bagno, ma fra un paio di giorni si libera l'unica stanza col bagno privato e mi trasferiro' li'. Il bello del conoscere il capo dell'Amministrazione... (per un po' ha alloggiato a Kabul nella mia Guest House).

Appena arrivato, stamattina, ho ricevuto una chiamata di Mark, che invece era appena tornato a Kabul. Ci rivedremo lunedi' prossimo al mio ritorno. Di Clementina nessuna traccia, voci la danno di ritorno per mercoledi'. Yolanda fra pochi giorni parte per un mese (pagato) a casa, per via delle elezioni, e anche un sacco di altra gente in questi giorni se ne va per un po'. Vabbe'. Io vedo di godermi Jalalabad, per quanto possibile.

domenica, settembre 19 [23:40]

Si riparte 

E via, domattina si parte per una settimana a Jalalabad, finalmente un posto nuovo. Il mitico Naseer assicura che ci si trovano le migliori pakaura dell'Afghanistan, magari riesco a farci una foto e a postarla, e magari riesco anche a mangiarne qualcuna senza sentirmi male. Che altro dire? Anche stasera festicciola tra amici all'Elbow per celebrare il compleanno di Sergio, uno del mucchio. Domani dovrebbe anche tornare Mark, e mercoledi' potrebbe tornare Clementina, ormai quasi data per dispersa.

Per il resto, nessuna novita'. Da certe fonti apprendo che c'e' la sensazione che la situazione non peggiorera' piu' di cosi', fino alle elezioni. Il problema, dicono le stesse fonti, sara' DOPO le elezioni, quando i partiti perdenti ovviamente ci andranno in puzza e denunceranno brogli, inganni e quant'altro, dando il via a lotte, battaglie, scontri sul campo, mobilitazioni di fedeli e via dicendo. Bah. Sembra plausibile, staremo a vedere che succede.

Nel frattempo continuano ad arrivare dettagli su quel che e' successo a Herat qualche giorno fa, durante l'assalto dato agli uffici UN. Ci sono storie di gente che lavorava in posti senza bunker, che sono scappati saltando dai tetti nelle case del vicinato, fortunatamente brava gente che li ha aiutati ad andarsene. Storie di gente che si e' travestita con un burqa per passare inosservata, mischiandosi tra la folla. E storie invece di gente che si e' rinchiusa per quattro ore in un bunker aspettando che la folla si calmasse. Ora comunque e' tutto tranquillo, per cui il programma adesso e' il seguente: dal 20 al 27 a Jalalabad. Ritorno a Kabul, ripartenza il 5 ottobre per Roma, rientro il 12. Il 15 partenza per Herat, ritorno intorno al 22. A fine ottobre partenza per la simpatica Kandahar, dove si spera che in quel periodo faccia meno caldo, e permanenza di circa dieci giorni-due settimane. Rientro a Kabul ai primi di novembre, rinnovo del contratto (?) e trasferimento in un'altra Guest House, come ventilato nei giorni scorsi. Ma ovviamente queste ultime fasi sono tutte da verificare...

venerdì, settembre 17 [21:06]

Scampoli d'estate 

Una serata graziosa. Sono andato a UNICA stamattina con Yolanda, e alla fine ci sono rimasto tutto il giorno. Intorno alle 1630 sono rimasto "incastrato" in una partita di pallavolo in cui mi sono divertito un sacco, solo che e' durata due ore. Mi sento le gambe di legno, e domani devo giocare con un pakistano che gioca solo per vincere... mi sa che non gliela faccio.

Finita la partitella c'e' stato una specie di cena, sempre li' a UNICA, per Carlotta, una ragazza di Torino che oggi fa 31 anni. Domani e' il mio compleanno (ne faccio 27Hex), e domenica e' il compleanno di Sergio, un simpatico ragazzo, di Roma anche lui. Per cui faremo qualcosa nei prossimi giorni, non si sa bene cosa, ma decideremo domani.

Ho avuto poi alcuni commenti sulla storia del tristo e del suo database per dentisti. Mi e' stato detto da piu' parti che dovrei aiutarlo, comprarglielo io, questo software, e trattarlo con meno cattiveria. Fermo restando che la cattiveria in questi casi non e' mai abbastanza, mi pare che non sia chiaro il punto centrale della storia: Naseer ha assicurato i suoi amici che il db lo avrebbe fatto lui. Per cui il problema non e' CHI compra il CD, il problema e' che lui comunque ormai ci fa una pessima figura. Magari la prossima volta ci pensa un attimino in piu', prima di lanciarsi in imprese simili.

Parliamo di cose serie. L'estate sta finendo, come diceva la povera Giuni Russo, di cui apprendo con molta tristezza la scomparsa. La sera comincia a soffiare un venticello fresco ancora al limite tra il piacevole e il fastidioso - fatto sta che gia' ieri sera sono uscito con una felpetta. Prepariamoci a un altro inverno triste...

mercoledì, settembre 15 [13:57]

Naseerate, II 

Piccola appendice. Mentre scrivevo il post precedente, cosa stava facendo, l'amico? Esatto. Aveva aperto Access e stava tentando di realizzare il suo famoso database. E' ancora li' che ridimensiona finestre. A questo punto se lo uccido gli faccio un favore.

Altra chicca. Ho il raffreddore. Metodo di Naseer per far passare il raffreddore: bere un sacco d'acqua. Anche lui, una volta, era raffreddato, e pensate, bevendo acqua gli e' passato. Poteri misteriosi della medicina afghana.

Naseerate 

Questa ve la devo raccontare. Mi arriva il bel Naseer qualche giorno fa e mi chiede di aiutarlo a fare un database per un suo amico. Penso "Col cavolo!", che traduco in inglese con qualcosa tipo "Mi dispiace, ma tra ACORD, il database dell'HR e il mio lavoro di Roma, non credo di avere tempo anche per quello". Al che mi dice che magari potremmo semplicemente parlarne, e il database poi lo farebbe lui. Non finiro' mai di stupirmi dell'ottimismo (o dell'incoscienza) di questa gente. Comunque parlarne non costa troppo, e gli ho detto OK.

Mi torna sotto oggi, mentre sono concentrato e assorbito dal database HR. Mi costringo a non pestarlo a sangue, interrompo il lavoro in nome dell'amicizia italo-afghana (spero ce ne sia una, quantomeno), e mi accingo a chiacchierare. Pensavo a qualcosa di semplice, tipo che ne so, la classica "agenda telefonica". Il tristo pimpante tira fuori dal cilindro fogli e foglietti pieni di appunti, e mi racconta che questo suo amico (anzi, sono due), trattano materiale per dentisti, e gli hanno chiesto un database per gestire clienti e magazzino. Lo guardo allibito. Lui continua spiegandomi il suo piano per creare due database, uno per i proprietari dell'azienda e uno per gli impiegati, il che, secondo lui, avrebbe reso le cose molto piu' semplici. Lo guardo allibito. Lui insiste mostrandomi i suoi appunti, a quanto pare presi durante una lunga discussione con i tipi, su quello che il database dovrebbe fare. Lo guardo allibito. Lui insiste imperterrito a (s)parlare di account utente, di password, di privilegi di accesso. Lo guardo allibito.

Alla fine si accorge che lo sto guardando allibito e mi chiede: "Ohibo', perche' mi guardi allibito?". Non so come ho resistito alla tentazione di tirargli il mouse su quella faccia da topo. Gli ho invece chiesto se lo avrebbero pagato. Candidamente mi ha detto di no, perche' uno e' un suo amico, l'altro e' il suo vecchio insegnante di computer. Dopo una fugace, silente, commossa commemorazione dell'antica impresa di Erode, che da queste parti dovrebbe essere pratica comune, suggerisco al tristo di dire al suo professore di farselo da solo, il database. Ma lui risponde che il vecchio non ne e' capace, perche' ai suoi tempi non c'era manco Windows, figuriamoci Access. Bel professore, penso, uno che si tiene costantemente aggiornato, al passo coi tempi!

Insomma, alla fine cerco di spiegargli che un database che gestisca i clienti, il magazzino, con tutti i problemi di fornitori, fatturazioni, ordini, transazioni, budget, pagamenti, bilanci e cavoli vari non e' propriamente una passeggiata, e che una persona sola che ci lavorasse otto ore al giorno ci impiegherebbe alcuni mesi. Insomma, e' un lavoro duro. Mi guarda con la sua faccia afghana e mi dice: "Pensavo anche di farlo senza usare VB". Insomma, senza scrivere nemmeno una riga di codice (cosa della quale in ogni caso non e' capace), usando solo le funzioni automatiche di Access. Lo guardo allibito. Poi gli dico che se prima era un lavoro difficile, adesso e' impossibile.

Oltretutto il mondo e' pieno di programmi gia' fatti, che costano pochi dollari. Si trovano nei negozi, e su Internet. Svanita la baldanza, comincia a giocherellare con i fogli e a balbettare cose come "Qui in Afghanistan non ci sono", "Su Internet non possiamo comprare perche' non abbiamo carta di credito", "Sono amici miei", "Secondo me non e' cosi' difficile", e cose cosi'. Non sapevo piu' che dirgli. Sono piu' che certo che a Islamabad ci sono "una cotola" di negozi con decinaia e decinaia di programmi per dentisti, ma era evidente che il problema era un altro: gli aveva gia' promesso che l' avrebbe fatto lui.

Morale della storia. Non vendere la pelle dell'orso prima di averlo preso. Non dire quattro se non l'hai nel sacco. Soprattutto, se vedete un afghano pestatelo a sangue. Lui non sapra' il perche', voi forse, ma io sicuramente.

martedì, settembre 14 [08:10]

Problemi vari 

Cominciamo dai tecnologici. Tre giorni fa un laconico messaggio ci informava che "il satellite si e' rotto", il che, tradotto in termini di tutti i giorni, vuol dire niente Internet e niente telefono. Ci hanno anche detto che eravamo stati passati "su un sistema di backup", qualunque cosa questo voglia dire (quale puo' essere il sistema di back up di un satellite?), ma essendo, appunto, una soluzione di emergenza, ci siamo trovati con una linea congestionata a tal punto da rimanere comunque bloccata e inservibile. Adesso pare che tutto si sia risolto, tranne che l'FTP, nuovamente, non funziona piu'. Pare proprio che non si riesca ad avere tutti i servizi attivi allo stesso momento...

Per quanto riguarda la sicurezza, qui non ci sono grossissime novita'. Un paio di giorni fa c'e' stato un allarme specifico su Chicken Street, dove ha la sede InterSOS, una delle ONG piu' famose. Sabato hanno evacuato la sede, andando a dormire presso altre ONG. Ed effettivamente, a quanto pare, la sera stessa hanno beccato dei tipi in una macchina, a Chicken Street, imbottita di esplosivo. Non si sa se effettivamente il bersaglio fosse InterSOS, o se si sia trattato di una coincidenza (in realta' da queste parti incocciare in una macchina con dell'esplosivo non e' un evento cosi' improbabile...). Sta di fatto che stavolta InterSOS viene evacuata davvero, e vengono spediti tutti a Peshawar. Compresa Alessandra, una ragazza di Viterbo che ho conosciuto qualche tempo fa e con cui ho giocato a squash un paio di volte. Tra l'altro questa ragazza, prima di lavorare con InterSOS, lavorava in Iraq con "Un ponte per...", e conosce abbastanza bene le due ragazze rapite qualche giorno fa. Secondo me, e' lei che porta sfiga. Oppure e' quel cerebroleso del Ministro della Pianificazione, che se ne e' uscito l'altro giorno con quella frase ormai celebre contro le ONG...

Per il resto, qui a Kabul non si registrano notizie particolari. Dal resto dell'Afghanistan giungono notizie che a quanto pare hanno raggiunto anche l'occidente. Di Fayzabad ho gia' detto l'altra volta. In questi giorni tiene banco Hirat, dove pero' non si tratta di attacchi talebani, ma di rivolta locale contro la destituzione del Governatore storico della citta', Ismail Khan. Karzai l'ha silurato e suoi fedeli (di Khan) non hanno approvato la decisione... non avendo nessuno con cui prendersela fisicamente, si sono radunati nella zona della citta' che raccoglie le maggiori agenzie UN (UNAMA, UNDP e altre), e a quel punto, dovendo fare qualcosa per giustificare l'adunata sediziosa, hanno assalito le suddette agenzie, incendiando documenti e rovinando il mobilio. Tutto il personale era gia' nei bunker, e quindi nessuno c'e' andato di mezzo. Dopodiche' una parte piu' agguerrita (o piu' nullafacente) degli altri, se ne e' andata in giro per la citta' a incendiare macchine e sfondare vetrine. Come risultato, tutto il personale UN e ONG e' stato evacuato, e sta confluendo qui a Kabul.

Alcune trovate spassose, a questo riguardo, si trovano in questo articolo apparso sul quotidiano "La Citta' di Salerno". Esordisce alla grande con "Le Nazioni Unite e molte organizzazioni internazionali hanno cominciato stamattina a lasciare la provincia di Herat, nel sudest dell'Afghanistan". Peccato che non stanno lasciano la provincia, ma solo la citta' di Herat. Che, tra l'altro, non si trova a sudest ma a nordovest. Il cronista deve essersene accorto, visto che poi, dopo aver nominato una curiosa "Bbbc online" (vabbe', un semplice refuso...), rimette Herat, correttamente, nell'Afghanistan occidentale. Curiosa anche la cifra dei "500 manifestanti", che pare in realta' fossero piu' di 1000. E la citazione di Almeida e Silva giunge del tutto nuova, non sono riuscito a trovarla da nessun'altra parte.

Sempre perche', a dar retta a TV e giornali... ecc... ecc...


sabato, settembre 11 [10:56]

Aggiornamento sicurezza 

Si', e' vero, c'e' stata un po' di maretta, l'altro giorno, ma vediamo di fare un po' d'ordine...

Innanzitutto, i fatti: cinque razzi sono stati lanciati tra le 2100 e l3 2300 circa dell'altro ieri, il 9. Una donna e una bambina sono state ferite dai vetri delle finestre, ma non sono gravi. Si parla di un morto, ma non e' confermato. I cinque razzo sono esplosi abbastanza lontano da qui, nella zona dell'aeroporto che probabilmente era l'obiettivo. Il primo e' caduto 1.5 Km a nord del grande compound UN che si trova sulla Jalalabad Road, quello enorme di cui vi ho parlato tempo fa a proposito della pizza. I successivi due sono caduti tra quel compound e l'aeroporto, in una zona praticamente deserta, e gli ultimi due (ancora non confermati) alle spalle dell'aeroporto stesso. Insomma, la solita inquietante imprecisione...

Tutto qui. Nessun danno, solo (ovviamente) un allarme generale, visto che comunque cinque razzi tutti insieme e' un fatto nuovo. C'e' stato un secondo radio check intorno alle 2130, oltre a quello di routine delle 2000, e ci e' stato chiaramente consigliato di rimanere in Guest House, o di tornarci, per quelli che erano fuori. Ora che Jolanda e' partita (mercoledi' scorso), e' stato nominato un nuovo Warden della Guest House, e io rimango il vice; questo in teoria, perche' nella pratica questo tizio se ne frega abbastanza, e tra l'altro e' uno che va a dormire tipo alle dieci di sera... per cui e' toccato a me seguire il radio check, assicurarmi che tutti fossero rientrati, e ho persino controllato il bunker (ho poi saputo che alcune agenzie hanno mandato tutti nei rispettivi bunker per un paio d'ore). Il bunker fa schifo come al solito, nonostante le mail che mandai a Marzo. Per cui ne ho mandata un'altra tra il serio e il faceto al responsabile della sicurezza, al gestore della Guest House, alla sezione Finance, ecc. ecc., chiedendo un intervento urgente per renderlo quanto meno decente. Vediamo stavolta che succede...

Nel frattempo il Ministro della Pianificazione non ha trovato niente di meglio da dire che gli attacchi contro le ONG sono piu' che giustificati, perche' queste organizzazioni usano l'80% dei loro fondi per stipendiare i dipendenti, invece che usarli per i poveri Afghani. Evidentemente tale ministro non ha mai visto il budget di una ONG, e se l'ha visto non ci ha capito molto. Ha persino espresso contentezza perche' MSF ha lasciato il paese. Bel cretino.

Per finire, Fayzabad: mi e' stato detto che ci sono stati disordini, e che una ONG e' stata attaccata, con dieci dipendenti feriti. Confermo, e' tutto vero. Peccato che la causa non siano stati i Talebani, ma una folla inferocita dopo che si era sparsa la voce che due donne erano state drogate e violentate. Purtroppo le due tipe avevano soltanto beccato una intossicazione da cibo, ma questo si e' saputo solo dopo...

Noticina sull'ultimo post. Qualche reazione c'e' stata, come prevedibile, anche se molto piu' pacata di quanto pensassi. Mi e' stato detto che ho esagerato, e che sembra un sito che inneggia alla violenza. Be', in certo senso e' vero. "Inneggia" magari ha un alone semantico troppo forte, ma sono convinto che contro la violenza ottusa non si puo'opporre una pace altrettanto ottusa. Il fuoco a volte si combatte con l'acqua, ma in certi altri casi serve altro fuoco. Insomma, e' vero che non si puo' sempre ricorrere alla violenza, ma e' pur vero che non sempre si puo' ricorrere alla pace...

mercoledì, settembre 8 [13:00]

Riflessioni personali  

(imperialiste, come al solito)
Stavo leggendo qua e la' del rapimento delle due ragazze in Iraq. E mi pare che ci sia una certa schizofrenia, in giro. Insomma non capisco. Tutti dicono la propria, tutti sanno cosa bisogna fare, ma nessuno dice come farlo. Tutti allenatori, in Italia. La sinistra dice "Il governo faccia il possibile", gli amici fanno un sit-in e dicono "il governo faccia l'impossibile", ma nessuno dice cosa diamine sarebbero "il possibile" e "l'impossibile". Emergency dice "Cessi l'occupazione militare in Iraq". Qualcuno addirittura dice che bisognerebbe ripristinare il Baath. Ma come? Quando c'era Saddam tutti deploravano le atrocita' sue e del suo partito, e quelle dei suoi figli. Ci sono racconti di gente che e' stata prelevata da casa e portata via, e che mai ha fatto ritorno. Racconti e immagini di esecuzioni pubbliche, di mani e lingue tagliate, di lapidazioni, di teste schiacciate da elefanti, comprese quelle di bambini, in mezzo alle risate dei "soldati". E tutti a dire "Saddam di qua, Saddam di la'... bisogna fare qualcosa...".

Poi, mentre tutti correvano in tondo a urlare "bisogna fare qualcosa", sono intervenuti gli Stati Uniti, che qualcosa di concreto hanno fatto, e allora via, tutti a dare addosso agli Stati Uniti, che e' cosi' facile, in fondo... "imperialisti", "guerrafondai", "occupanti", "vogliono il petrolio", ecc. Be', francamente, tra un Iraq in mano a Saddam e un Iraq occupato dagli Americani, io scelgo la seconda ipotesi.

Ora, Saddam l'hanno preso. Lo impiccano per le palle? No, deve avere "un giusto processo". Quei due begli esemplari di figli li hanno accoppati. Evviva? No, non dovevano mostrare quelle immagini cosi' "crude" in TV. Il partito Baath e' scomparso, il regime e' caduto. Gioiamo? No, perche' c'e' "l'occupazione militare" dell'Iraq. La gente ora e' libera di lavorare, studiare, giocare, andarsene, rimanere, pensare, fare quello che vuole, persino parlare male di Saddam, o degli Americani. E' cosa buona? No, perche' qualche civile viene ucciso "per sbaglio".

Forse a qualcuno e' sfuggito, ma c'e' una guerra in corso, in Iraq. E in tutte le guerre i civili muoiono, dalla notte dei tempi. Specialmente quando fanno fesserie tipo non fermarsi ai posti di blocco, farsi vedere con delle armi in mano, andare in giro dopo il coprifuoco, o dare riparo a terroristi, banditi e ricercati in genere.

Insomma, mi pare che tutti vogliono avere tutto, ma nessuno e' disposto a sporcarsi le mani per averlo. Si vuole sconfiggere il terrorismo, ma con gentilezza e buone maniere. Si vuole liberare un paese, ma con grazia ed eleganza. Se proprio guerra deve essere, perche' i paroloni non bastano, che sia "pulita" e senza sangue. Be', pensate quanto e' strana la vita: non si puo'. La guerra e' brutta, sporca e cattiva, e la gente muore, civili compresi. E contro il terrorismo, contro i fanatici religiosi, contro gente cosi' ottusa da non capire che una nazione non cambia politica solo per salvare una persona rapita (a parte la Spagna), parlare non serve assolutamente a nulla. Contro persone che uccidono per il solo gusto di uccidere (vedi gli 11 Nepalesi) parlare non serve. Per gente che non ha nemmeno il buon gusto di uccidere un ostaggio in maniera "civile", bensi' decapitandolo, le parole sono inutili. Bisogna prenderli, malmenarli e accopparli, non necessariamente in quest'ordine, e poi sotto a chi tocca, non ci sono mezze misure. E malissimo ha fatto la Spagna a ritirarsi, creando un precedente di cui i terroristi e i fanatici faranno tesoro.

"Eh, ma cosi' inneschi una spirale di violenza", dice la retorica delle frasi fatte. Be', e' del tutto opinabile. La violenza c'e', c'e' sempre stata e sempre ci sara'. I fanatici musulmani ci sono, ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Pensate forse che, mandando a casa l'esercito, il terrorismo scomparira', le morti cesseranno? Bravi, pensatelo pure. Salutatemi anche Babbo Natale quando lo vedete.

Comunque, ammesso e non concesso. Vogliamo andarcene? La gente non vuole "l'occupazione"? Perfetto, d'accordo, andiamocene, allora. Lasciamo l'Iraq in mano agli Iracheni, l'Afghanistan agli Afghani, la Somalia ai Somali, il Rwanda ai Tutsi, e via dicendo. Ottimo. E che succederebbe? Questa gente sa fare solo una cosa: ammazzarsi. Si darebbe semplicemente il via a un'altra, infinita serie di guerre civili generalizzate, ad uso e consumo dei vari signorotti locali che non vedono al di la' del proprio orticello. Risultato? Nessuno. Civili, donne e bambini continuerebbero a morire. Il che darebbe il via ad altre lamentele della "comunita' internazionale", che ricomincerebbe a chiedere l'intervento di quelle stesse Nazioni Unite che ora vengono criticate cosi' duramente. E di quegli Stati Uniti che da piu' di mezzo secolo, con tutta la loro arroganza, la loro stupidita', la loro ingenuita', sono comunque gli unici talmente pratici da agire invece di parlare. A volte sbagliano, certo, ma (saggezza popolare) solo chi fa, sbaglia.

Insomma, sarebbe ora di farla finita. "Moglie ubriaca e botte piena" e' un'utopia. O una cosa, o l'altra. O una guerra, per forza di cose lunga e sanguinosa, ma con un senso, un obiettivo, uno scopo preciso, oppure tutti via, lasciando che si instauri nuovamente la legge della giungla, altrettanto sanguinosa, ma decisamente inutile, senza senso e senza scopo.

Il mio parere personale? Una via di mezzo tra questi due estremi, come al solito. Andarsene alcuni, ma non tutti, per tornare eventualmente dopo. E' bene espresso in questo articolo, purtroppo non firmato.

Be', abbastanza, per oggi. Ora sono pronto a beccarmi i soliti rimproveri di "pacifisti" e benpensanti...

Varie 

E anche Jolanda e' partita stamattina, trasferita al Cairo. Posto sicuramente migliore di questo. Che succede, qui? Niente, a dir la verita'. Niente di nuovo, per essere precisi. Oggi e domani sono giorni considerati ad alto rischio, perche' si celebra il terzo anniversario della morte di Massoud (mi chiedo come mai qui i giorni di festa vadano sempre a coppie). In realta' non si tratta di "festa", quindi si lavora comunque. Quanto meno noi occidentali lavoriamo, gli Afghani non lo so, ma visti i tipi non credo proprio...

C'e' da dire che ogni volta che da queste parti c'e' una manifestazione, una festa, una celebrazione, una ricorrenza o simili, le UN dichiarano la giornata "ad alto rischio". E' un po' come gridare "al lupo", ormai non ci crede piu' nessuno. Tanto il rischio c'e' tutti i giorni...

E' iniziata oggi ufficialmente la campagna elettorale. Ci sono qualcosa come 28-30 partiti autorizzati, che da oggi si scanneranno a vicenda per arrivare da qualche parte il 9 ottobre. Gia' ci sono state le prime bizzarrie... ad esempio, alcuni partiti hanno violentemente attaccato Karzai dicendo che deve dimettersi prima delle elezioni, perche' essere Presidente gli da' un vantaggio elettorale sugli altri... Se questo e' l'inizio, sono proprio curioso di vedere come va a finire.

Esito quanto mai incerto, come si suol dire. Karzai va molto forte, ma il suo "amico-avversario" Qanooni non e' da meno. Io per me voterei Latif Pedram, che era "consigliere culturale" di Massoud e che adesso guida il CNA, il Congresso Nazionale per l'Afghanistan. Perche'? Perche' e' l'unico laico, e vuole separare religione e stato. Peccato che non abbia troppe possibilita', visto che vive esiliato a Parigi - e vivere all'estero, ancorche' in esilio, non e' una buona referenza per chi vuole governare un Paese...

lunedì, settembre 6 [22:11]

Mala tempora currunt... 

Ormai non c'e' praticamente piu' nessuno. Domattina parte Simone, Mark non c'e' fino al 19, e anche tanta altra gente c'e', non ci sara', se ne va, forse torna... insomma, per le prossime settimane saro' quanto mai solo. Fatti un po' di calcoli, anche il 18 settembre, il mio compleanno, qui non ci sara' nessuno. Cosi' e'...

Stasera ultima sera con Simone, che parte domani all'ora di pranzo. Siamo andati a cena di Cristina, una ragazza sarda che mi ricorda tanto Heidi, che abbiamo conosciuto qualche tempo fa. C'erano anche altri amici suoi, e con l'occasione abbiamo dato fondo alla Nduja, ai pomodorini del babbo, e anche alla boccia di Fragolino che tenevo per le grandi occasioni. Una bella serata, se non si pensa che e' l'ultima per chissa' quanto tempo...

Vabbe'... cosi' va la vita. Gente va, gente viene. Spero arrivera' qualcun altro a riempire i posti vuoti. Anche Jolanda, la mia capa, parte mercoledi', e' stata trasferita al Cairo, e non si sa ancora chi la sostituira'. Internet va a schiaffi, l'FTP va a bestemmie, la corrente va e viene, la sicurezza e' quella che e'. Mi sto un po' seccando. Ancora non si parla di rinnovo del contratto, che scade il 14 novembre. Vediamo un po' che succede...

giovedì, settembre 2 [18:22]

Appendice 

Nulla di molto da aggiungere. Negli ultimi giorni ho ideato un sistema per risolvere alcuni problemi particolarmente ostici, e in tre giorni il buon Dost e io (anzi, IO e il buon Dost) abbiamo corretto il 90% dei dati. Naseer? Be', Naseer ha annullato il suo biglietto di ritorno a Kabul e rimarra' a Mazar ancora qualche giorno, perche' "non ha avuto tempo" di finire. E certo, magari il calcolo della conversione da cocomeri in piccioni gli avra' preso un po' di tempo...

Per quanto riguarda la sicurezza, avrete sicuramente sentito del "botto" di qualche giorno fa qui a Kabul. Una bomba contro un'agenzia che, tra le altre cose, addestra i poliziotti locali. Almeno otto i morti, di cui tre Americani, tre poliziotti afghani, un ciabattino che aveva il negozio li' vicino, un ragazzo che passava per caso. Insomma, come al solito, una bomba "nel mucchio" senza preoccuparsi troppo di chi si colpisce. La gente non apprezza molto queste cose... questi idioti Talebani si stanno isolando da soli, se sperano di avere il supporto della gente si sbagliano di grosso, come dimostrano le "tentate" manifestazioni di Fayzabad. Aggiungete anche la bomba nella scuola in Paktia, al sud, dove sono morti 9 bambini tra i 7 e i 15 anni, e il quadro e' completo.

Ci sono ancora allarmi sparsi: presunte autobomba, presunti dinamitardi in giro per la citta', gente che andrebbe in giro a seminare mine, e via dicendo, a cavallo tra l'allarmismo e la leggenda metropolitana. Ma ovviamente lo stress e' un po' alto, per cui si preferisce allarmare tutti, chiudere strade e limitare i movimenti piuttosto che peccare di superficialita' in caso l'allarme sia reale. Chi sta peggio sono ovviamente i militari ISAF e soprattutto le installazioni americane (ambasciata, caserme, organizzazioni varie), dove il nervosismo e' alle stelle. E questo ovviamente e' nulla in confronto a quello che succede in Iraq. Non ci si puo' meravigliare, poi, se dei soldati sparano a una macchina che non si ferma a un posto di blocco, magari per scoprire che sopra c'era solo una innocua famigliola.

Lo so, e' un pensiero molto "imperialista", come disse qualcuno, pero' voi qui non ci siete, io si'. E l'aria che tira io la sento, e voi no.

Di nuovo qui... 

Ed eccomi andato e tornato da quel di Fayzabad. Gran bel posto, non c'e' che dire. Pero' non ci vivrei mai. Considerate che in Guest House eravamo in quattro, e le sere si passavano davanti la TV, visto che li' non c'e' assolutamente NULLA, nessun posto dove andare. Anche la connessione, come previsto, era del tutto fallimentare, a malapena potevo leggere la posta sul mio account WFP.

Ho fatto svariate foto, e scritto alcune cose per questo blog che, come l'anno scorso, pubblico "a posteriori", visto che da li' non e' stato possibile. Unica avvertenza: speravo che qui l'FTP funzionasse, cosi' da poter pubblicare anche delle foto, ma a quanto pare oggi non e' possibile. Riprovero' domani. Nel frattempo, i link che trovate nel testo non funzioneranno. Se siete curiosi, dovrete tornare nei prossimi giorni e riprovare....


NOTE DA FAYZABAD, AFGHANISTAN

Giovedi 26 - Primo giorno a Fayzabad

Be', non c'e' molto da dire. Sono arrivato stamattina dopo un'ora precisa di volo a bordo del solito Beechcraft dei puffi, ho preso possesso della mia stanza (senza connessione, come previsto) e sono andato in ufficio a lavorare. Il Focal Point di qui, un ragazzo di nome Asif, e' forse il piu' sveglio e volenteroso tra tutti e sei FP afghani. Peccato che domani se ne va in vacanza. Mi lascia il suo vice, Dost, che purtroppo mi e' sembrato molto piu' drollo... mala tempora currunt...

Non ho avuto ancora tempo di girare, ovviamente, ma domani e' venerdi' e dovrei poter rimediare. Il posto e' come lo ricordavo: bello. Le montagne, il fiume, la gente socievole, un fottio di bambini. Ho avuto il mio bel briefing con la Security, che mi ha confermato che da un paio di mesi almeno non e' successo assolutamente nulla. Mi ha anche raccontato che dopo gli ultimi razzi sparati sull'ufficio, appunto un paio di mesi fa, la gente si e' spontaneamente raccolta davanti l'ufficio stesso, chiedendo di poter fare una manifestazione pubblica per "condannare" l'evento, permesso negato per non "montare" troppo la faccenda. Insomma, brava gente...

Ho scoperto che qui in "Guest House" siamo in quattro. Che si fa la sera in quattro a Fayzabad, dove non c'e' assolutamente nulla? Si canta. Si sono comprati una sorta di microfono che si attacca al televisore e fa da karaoke. Mi hanno purtroppo messo in mezzo, e non ho potuto fare a meno di partecipare. Quanto meno ho potuto scegliere io stesso. Ho esordito con una semplice, "Country Roads" ma poi, rotto il ghiaccio, mi sono lanciato in "Take It Easy", "Hotel California" e perfino "Bridge Over Troubled Waters". E temo che domani mi tocchera' fare il bis. Per fortuna ho visto che c'e' anche "Creep", altrimenti mi tocca qualcosa degli Abba...

"Guest House" e' tra virgolette perche' in realta' si tratta di una zona recintata da un muro. Ci sono delle costruzioni basse in cui sono state ricavate delle stanze, e poi alcuni container che fungono da stanze addizionali. Insomma, esattamente come l'ho descritta l'anno scorso, non e' cambiato proprio nulla. Neanche le guardie, alcune delle quali mi hanno persino riconosciuto e salutato caldamente. Deliziati, ovviamente, dalle mie risposte in Dari...


Venerdi' 27 - Fayzabad citta'

Stamattina ho acchiappato un autista per le recchie, prima che scomparisse (week end, oggi, ricordate?), e mi sono fatto portare in "citta'" per un rapido giro. Mi ha accompagnato fino all'inizio, poi sono sceso e sono andato a piedi, con lui che mi seguiva a qualche decina di metri, tipo pedinamento. Insomma, Fayzabad e' proprio carina. Macchine zero. Solo qualche camion ogni tanto, ma per la maggior parte il mezzo di trasporto principale e' questo.

Stesse strade di fango, stessi "negozi" ammassati, stessa folla di vecchi e bambini e donne in burqa. Questa e' la piazza principale, sempre piena di gente che va e viene, vende e compra. Ci sono falegnami, fabbri - non ho visto vetrai. Tutti sono socievoli, salutano con le uniche parole inglesi che conoscono, sempre quelle: "Ellomiste" ("Hello mister"), "Aurriu'" ("How are you"), e si deliziano quando rispondo in Dari, in cui fortunatamente sono un po' piu' ferrato rispetto l'anno scorso. E' un bel posto, non c'e' che dire. Anche il fiume e' come lo ricordavo. Anzi, ho preso una foto piu' o meno dalla stessa posizione in cui la feci l'anno scorso con la telecamera, dal Rabbani-e-pol, il Ponte di Rabbani. Quello che si vede piu' lontano invece e' il Najib-e-pol, il ponte di Najibullah.

Stasera provero' a fare qualche foto delle montagne al tramonto. Si', lo so, le ho fatte l'anno scorso, ma mi aspetto una qualita' UN ATTIMINO migliore, con la mia BELLISSIMA macchinetta digitale...


Sabato 28 - Fine delle vacanze

Ieri sera non ce l'ho fatta, ho visto un film e poi mi sono schiantato a letto. Quindi oggi ho traccheggiato un po', ho visto un altro paio di DVD, e poi mi sono detto: vabbe', anche se sto da solo esco lo stesso e faccio qualche foto alle montagne. Uscendo ho incontrato il cuoco, rappresentante di quella "bassa manovalanza" che, non so perche', riesco sempre a farmi amica. Mi ha detto che andava verso casa e se volevo accompagnarlo per un pezzo, e ovviamente ho accettato. Abbiamo quindi camminato insieme per un pezzo, verso la "citta' vecchia". Come al solito, gente sorridente che saluta e chiede di essere fotografata, e che ci rimane un po' male quando capisce che poi non possono averla, la foto. Negozi di tutto, frutta, verdura, kebab, carne, vestiti, stoffe, paccottiglia varia, carretti e asinelli, e ovviamente bambini zozzi ovunque, e donne in burqa blu o bianchi. Poi ci siamo salutati, e sono tornato a casa. E chi ti incontro, sulla via di casa? Non vi dico nulla, ma vi ci metto solo una foto delle svariate che ho fatto, guardate voi stessi.

Stesse scene dell'anno scorso: tutti in posa, foto, poi matte risate a rivedersi sullo schermo. Poi di nuovo in posa, ancora matte risate, poi ne sono arrivati altri, e il ciclo e' ricominciato. Fino a quando si sono scaricate le batterie della macchina fotografica, e li' a tentare di spiegarli "Bas, halas!", basta, finito. Gli ho dovuto promettere che "fardah", domani, tornero' a "giocare" ancora con loro...

Domani si torna a lavorare, dopo questo fine settimana di ozio quasi vacanziero in cui ho fatto ben poco. Piu' che altro mi sono riposato un po', che' ne avevo bisogno. Pero' mi chiedo come faro' a resistere, nei prossimi cinque giorni, e a non precipitarmi in strada, dopo il lavoro, per "giocare" ancora con questi bimbi bellissimi, zozzi e felici... con tutto quello che ho da fare, sarebbe un mezzo disastro!


Lunedi' 31 - Naseerate

Se si potesse picchiare qualcuno per telefono, il tristo Naseer a quest'ora avrebbe bozzi in quantita' su tutto il suo inutile cranio. Allora, scenario.

Il lavoro qui e' un po' (parecchio) incasinato. Mancano documenti, quelli che ci sono sono sbagliati o comunque non aggiornati, nessuno sa niente, e non e' che l'amico Dost SEMBRI tonto: E' tonto. Bravo ragazzo, simpatico e tutto, pero' e' di una lentezza estrema, e in genere non lavora con ACORD, per cui non lo conosce proprio. Comunque, frugando di la', aggiustando di qua, modificando di sopra, smanettando di sotto, qualcosa sono riuscito a tirar fuori e i dati adesso sono sicuramente piu' corretti di prima. Domattina dovremmo riuscire a finire il tutto, poi dovremmo vedere in dettaglio alcuni dei casi piu' "ostici", e poi ciao ciao Fayzabad.

Ora, dovete sapere che alcuni dei progetti che trattiamo qui hanno quel che si chiama "Physical Output". Ad esempio, un progetto per la costruzione di strade avra' come PO, non so, "26 Km di strada". Se c'e' un progetto per la costruzione di scuole, il suo PO sara', ad esempio, "2 unita'" (cioe' 2 scuole). Ora, capita che qualche capoccione ai livelli alti abbia deciso di rivedere un po', pensate, le unita' di misura dei vari PO. Cosi', ad esempio, le scuole ora andrebbero misurate in classi, e quello che prima era misurato, mettiamo, in metri quadri di terreno magari andra' misurato in metri cubi, e cosi' via.

Or dunque. Il tristo mi chiama ieri nel pomeriggio e mi annuncia trionfante di essere riuscito finalmente a trovare il fattore di conversione da chilometri a metri cubi. Meno male che ero seduto.

Non sapevo se cazziarlo a sangue o se proporlo come prossimo premio Nobel per la fisica. Motivazione? Essere il primo, nella storia dell'umanita', ad aver trovato un fattore di conversione tra un'unita' di misura lineare e una unita' di misura di volume.

Ma a parte questo... con tutte le decine di migliaia di dati da controllare con urgenza (visto che su quei dati tutti chiedono giornalmente report, statistiche, informazioni varie) lui di che si occupa? O meglio, come perde il suo tempo? Pensando alla conversione tra unita' di misura.

... tra l'altro, non convertibili.

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